Il Cantautroiato
- 🌑🌒eclissidistorta🌘🌑
- 17 gen 2017
- Tempo di lettura: 3 min
Tutti gli amanti di Euterpe hanno colorato le mie giornate e temprato il mio carattere.
Passo la maggior parte della giornata ad ascoltare musica tanto da poter addirittura azzardare di aver una colonna sonora per ogni momento importante della mia vita.

Ho avuto la grande fortuna di avere come fratello un Guru della musica, uno di quelli che come canzoncina di Natale fa cantare alla sorellina di 6 anni "Wish you where here", un piccolo Beethoven della chitarra, un po' un Frank Sinatra tutto dedito alla musica ed al collezionismo. Possiede talmente tanti album e dei più disparati generi, che io ogni tanto gliene sottraevo qualcuno e lo usavo come alibi con mia madre per uscire ad orari inusuali per andare a fumare.
Tra i 12 ed i 13 anni ricordo che, con in mano un album dei Creedence, andai a casa di una delle mie più care amiche. Alla vista di un nuovo poster dei Backstreet Boys le saltai in testa per strapparle i capelli millantando TRADIMENTOO!
Ero estremamente rigida nell'approccio ai generi a me estranei per così dire, ne facevo una questione etica addirittura, ora che ho una forma mentis emancipata dalla pubertà e qualche studio di psicologia tra le mani mi spiego molte cose ma non ne tollero altre.

Una ricerca dell'Università di Cambridge (Greenberg et al., 2015), pubblicata sulla rivista PLoS ONE, ha dimostrato con un campione di 4000 volontari, che certe caratteristiche della personalità sono direttamente legate a certi tipi di musica ed inoltre riflettono, almeno in parte, gli stili cognitivi delle persone. Dopo aver letto questo studio mi è stata lampante l'idea che disprezzare chi non compone musica come vorremmo è come considerare un depravato chi ha delle perversioni diverse dalle nostre. Tutti abbiamo una perversione, e tutti una volta nella vita ci siamo rifugiati in una canzone che avrebbe fatto rabbrividire (o suicidare) chiunque. E' proprio per questo concetto che resto ancora più basita dai continui dissing a cappella dei cantanti hip hop; non riesco a concepire come si possa stare a tessere tra i rovi invettive contro chi teoricamente dovrebbe essere un membro dello stesso coro se la vittima da tutelare fosse davvero la musica. Fin troppo spesso di recente sento recriminazioni di autenticità artistica come alibi per aumentare la visibilità dimenticando di fare a menda sulla propria coerenza dato che tutti quelli che scendono sul ring lo fanno per vincere.

L'errore probabilmente sta nel dover necessariamente commisurare e commisurarsi. E' come se necessariamente ci debbano essere dei capri espiatori o degli ereditieri. Mentre i cantanti si commentano a colpi di dissing, la critica li veste con gli abiti dei "fratelli maggiori". E' possibile che ad ogni promessa musicale si debba necessariamente trovare un corrispettivo nel passato? Io trovo questi confronti a prescindere denigranti, poiché si mettono in ombra le sfaccettature e quindi tutti gli sperimentali processi caratterizzazione dell'artista. Io detesto questo cercare a tutti i costi di tracciare una linea che vada dai cantautori ai giovani "dadaisti epistolari", ovvero agli artisti indipendenti. E' così difficile da capire che più si butta tutto nello stesso calderone e più tutto si svaluta? Perché scomodare grandi nomi e mettere in soggezione gli astri nascenti, a cosa serve? Forse solo a giustificare questa ostentazione critica che in molti si arrogano. Ho sempre ritenute errate le etichette, sia nella vita che nella musica, perché, nel caso di quest'ultima favorisce l'omologazione a discapito dell'essenza dell'artista. State creando il CANTAUTROIATO, ovvero una comune di cantanti che cercano di disintossicarsi dai dettami passati usando come metadone il proprio di passato esibendolo in epistole musicate e dadaiste. State ammiccando una deleteria critica al fine di soggiogarli veicolando la loro produzione verso il vostro gusto. State promuovendo un Cantautroiato di fenomeni da sveltine in charts e concerti. Con tutti questi paragoni state creando delle matriosche che finiranno per offuscarsi ed ingombrarsi a vicenda: non li state facendo esprimere pienamente e li state facendo bestemmiare il sacro Pantheon musicale!
Il più grande miracolo che la musica compie è quello di evolversi in contrappunti senza confini.
Comments