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FantaSanremo

  • 🌑🌒eclissidistorta🌘🌑
  • 7 feb 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

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Mancano poche ore alla prima serata della LXVIIesima edizione del Festival di Sanremo: l'ei fu del Super Bowl della Canzone Italiana.

Ma perchè Sanremo è Sanremo?

Quello che ormai è uno degli eventi più cyberbullizzati, un tempo era un tripudio di musica, era la primavera della cultura italiana: ogni canzone aveva il profumo dell'incanto d'autore e le voci più colorate, come un vento, vibravano dalle corde vocali fino agli ascoltatori a farne sbocciare la pelle d'oca. Tutto inizia e tutto finisce con la primavera, e questo concetto è stato sempre pienamente incarnato da Sanremo che altro non era (ed è) che lo scenario delle trasformazioni del Bel paese; forse per questo il tempo, beffardo e sagace lo ha visto passare da un'ambientazione in Casinò ad essere una scommessa in schedina. La sedimentazione del Festival, da puro encomio di voce (il primo Festival nel 1951 era in radio ) ad un caleidoscopio spettacolare quando nel 1977 approdando al Teatro Ariston apre il sipario ai colori.



Ma quelle di Sanremo, per dirla alla Bennato, NON "sono solo canzonette", o quantomeno non lo erano, erano un elogio alla metamorfosi ed all'evoluzione dei tempi.


Ogni canzone era uno spaccato sociale, dal faro sul perbenismo che ritroviamo in "Non ho l'età" all'elogio della conquista dello spazio con "Nel Blu dipinto di blu" che in quel Volare racchiude la gioia di una generazione che si ritrova nella ripresa economica, una generazione che avrà poi bisogno di un ritornello da cantare nei cortei per darsi forza nella Rivoluzione, come la canzone di Gene Pitney; per poi finire tra una canzone d'amore e l'altra alla satira corrosiva di Elio & soci con "la terra dei cachi". ​​


​​

Come chi è Gene Pitney? E' l'interprete di "Nessuno mi può giudicare", un veterano "straniero" del Festival, quando erano ammessi gli artisti internazionali a patto che almeno uno degli autori fosse italiano. Per questo, ancora prima che nascessero le due categorie Big ed aspiranti (nel 1974), il Festival, che dal 1958 era in Eurovisione, vide scendere dalla scalinata molti artisti internazionali, ​​Cher per prima. A cantare tra i nostri fiori e ridipingendo con elegante accento l'italiano ci furono anche: Paul Anka, Francoise Hardy, Pat Boone, Louis Armstrong, Mary Hopkin, Ray Charles, Bonnie Tyler, Grace Jones, Ute Lemper e Gloria Gaynor (e non stiamo considerando le star che furono ospiti).



Giunsero poi i cotonati anni ottanta che ovattarno fino ad offuscare l'orchestra (che sparirà fino agli anni '90) lasciando lo spazio alle esibizioni su base registrata. La prima esibizione in playback del festival fu quella di Bobby Solo (a causa di una laringite) che nel 1964 fu squalificato con la sua famosa "Lacrima sul viso" proprio perché non previsto dal regolamento. La canzone spopolò comunque con un un successo internazionale e addirittura venne prodotto un film o meglio noto all'epoca un "Musicarello".​​

Piano piano aumentando i lustrini però, il Festival ha iniziato a perdere lustro, consensi e infine anche i fiori! Quest'anno infatti proporrei solo crisantemi sul palco date le perdite nel mondo della musica del 2016 e dato che anche il Festival è in coma farmacologico.


Ma chi prendo in giro? Il Festival lo vedrò lo stesso, forse per un masochismo nostalgico, forse per la vacua speranza di lasciarmi pedagogicamente stupire da un palcoscenico che sto iniziando a sentire estraneo mentre primo lo sentivo parte del mio calendario e del mio canticchiare.

Forse proprio per questo sono arrivata a chiedermi:

Ma quali canzoni interpreterebbero i protagonisti della scena indipendente italiana se si ritrovassero all'Ariston presentati da Mike, Pippo, Paolo o Raffaella?

Ci sarebbe ancora la sigla con il famosissimo "parappapappaparà"?

"Signori e Signori vi diamo il benvenuto a questa edizione Zero del Festival di Sanremo. Da Sesantasette anni il popolo italiano celebra questo fasto musicale che ho l'onore di presentare questa sera. Nonostante gli elementi tradizionali del secolo scorso abbiano costituito gran parte di questo evento ci siamo permessi di riprodurre virtualmente una nostra personalissima edizione al passo con i tempi. Come noterete gli orti verticali hanno sostituito i fiori recisi sia come augurio per il nostro rinato Festival e sia come omaggio alle tradizioni del nostro paese".

Probabilmente così l'illustre Piero Angela aprirebbe il sipario su un nuovo festival: con quell'austerità che ormai manca. Chissà, forse il Signorino Buonasera sarebbe Rovazzi, forse Agnelli, che oltre a descrivere in maniera meccanica i nomi deglii autori darebbe una sua visione crepuscolare di ogni brano, e dulcis in fundo un Capossela nel dopo Sanremo con tanto di piano, vino e qualche chiacchiera. Ospiti della serata sarebbero Thom Yorke e Lady Gaga che si esibirebbero in un duetto che, seppur immaginario mi crea diverse difficoltà nel cercare un aggettivo per definirlo.

A questo punto non resta che presentare gli artisti che si esibiranno, in un Festival che non prevede più un vincitore:



appino

(GIORGIO FALETTI - SIGNOR TENENTE)

BAUSTELLE

(ANNA OXA - PROCESSO A ME STESSA)

BIANCO

(PINO DONAGGIO - IO CHE NON VIVO)

BRUNORI SAS

( LITTLE TONY - CAVALLI BIANCHI)

CALCUTTA

(LUCIO DALLA - 4 MARZO 1943)

EX-OTAGO

(LUIGI TENCO - CIAO AMORE)

GAZZELLE

(NADA - IL CUORE E' UNO ZINGARO)

GIANCANE

(RINO GAETANO - GIANNA)

gommA

(JO CHIARELLO - CHE BRUTTO AFFARE)

LEVANTE

(PINO DONAGGIO - UNA CASA IN CIMA AL MONDO)

LO STATO SOCIALE

(ENZO JANNACCI - QUANDO UN MUSICISTA RIDE)

MARGHERITA VICARIO

(ORNELLA VANONI - LA MUSICA E' FINITA)

MIMOSA

(NADA - LUNA IN PIENA)

moTTA

(DELIRIUM - JESAHEL)

pop x

(FRANCESCO SALVI - A)

THEGIORNALISTI

(EMILIO PERICOLI - UNO PER TUTTE)

Questo articolo è un omaggio al caro Fausto Taverniti che prima di lasciarci, l'ultima volta che lo vidi mi disse:

"Scrivi Sara, fregatene di scrivere per qualcuno, scrivi per te. [...] Poi stai in campana: a Febbraio ti porto a Sanremo".

Grazie Fausto perchè il tuo ricordo mi da una determinazione per la quale non ti ringrazierò mai abbastanza.

 
 
 

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