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Sanrenhaters & musicoliche da social

  • 🌑🌒eclissidistorta🌘🌑
  • 14 feb 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Dato che tutti stanno dando i numeri sul vincitore di Sanremo lo farò anch'io: su 67 canzoni vincitrici solo 15 NON parlano d'amore! "Canzoni che parlano d’amore, perché in fondo, dai, di che altro vuoi parlare?", per dirla alla Brunori, che però in quanto musicista è ovvio che veicoli la sua musica verso il proprio gusto e scopo, ma esiste tanta musica, che non parla d'amore, ma che, scritta per amore ha fatto tanto bene al mondo dando voce e aiuto concreto.

E' curioso quindi che una canzone così piena di pathos sagace come "Occidentali's Karma" venga sminuita e travisata solo per via della melodia o del sorriso sornione di Gabbani che canta mentre accanto "la scimmia nuda balla".

In questa superficialità di giudizio stride più di una contraddizione: moltissimi italiani da anni si lamentano del fatto che il Festival sia ormai obsoleto, démodé, MA, se vince una canzone con sonorità inusuali per Sanremo ne restano tutti indignati, anche e soprattutto quelli che Sanremo non lo seguono. Un altro punto che mi sfugge è: perchè se sui social è più semplice imbattersi in haters dell'amore che in bufale alla fine sono le canzoni smielate ad avere successo?


Ho sempre pensato che "Completamente" dei Thegiornalisti se fosse stata in gara a Sanremo avrebbe sicuramente vinto: è una di quelle canzoni che ti fa immaginare di correre sul bagnasciuga verso una bellissima donna per limonare. E' una canzone con un cantato perfetto per l'occasione ma che, nonostante esprima in toto l'hangover post relazione viene travisata come accade ad esempio con:

  • "Every Breath You Take", che canta della logorante gelosia di Sting nei riguardi dell'ex moglie dopo il divorzio;

  • "Born in the U.S.A." che più che un inno all'America è una denuncia sui tragici effetti della guerra in Vietnam;

  • "Nuntereggae Più" di Rino Gaetano che facendo ancheggiare e sculettare non ci fa cogliere i riferimenti al delitto Montesi;

  • "I Shot The Sheriff" che parla di contraccezione;

  • "Hey Jude" dedicata al figlio di Lennon da McCarney per consolare il giovane Julian per il divorzio dei suoi genitori;

  • "La mia parte intollerante” di Caparezza che dà voce ad una vittima di bullismo;

  • "Dolcenera" di De Andrè che parla della solitudine dell'innamorato non corrisposto ma anche dell'alluvione di Genova del 1972.

Ciò che viene fuori da questo fenomeno che ormai siamo un pubblico di ritornellari alla ricerca di un'autobiografia nei testi altrui. Tutti si sentono padroni della musica : ma la musica è di tutti ma non appartiene a nessuno! Si spreca più tempo a giudicare gli esecutori piuttosto che l'esecuzione leggendo più i gossip che i testi.

Fu già profetizzato: "video killed the radio star(s)" ma quel "Oh-a oh Oh-a oh" ha reso il tutto meno credibile; ormai la musica è full optional e questo spesso gioca a suo sfavore perchè distrae i più superficiali dalla sua essenza. Gabbani è l'ennesimo bersaglio messo in mezzo per noia e ingordigia da like; la polemica sui social la fa da padrona soprattutto se con contorno d'ironia.

Nonostante io sia una fautrice dell'amore e dell'utilizzo dell'orchestra in toto, sono contenta che abbia vinto Gabbani a discapito dei Big da Monte Rushmore che volendo ricalcare il proprio marchio sono finiti per diventare caricature di loro stessi.



 
 
 

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